Anche la stagione 2025 si sta rivelando una stagione di nidificazione per la Liguria per le tartarughe marine della specie Caretta caretta.
Dal 2021, a monitorare questi eventi interviene il Gruppo Ligure Tartarughe – GLIT – costituito da Acquario di Genova, coordinatore, Arpal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure), Università di Genova - Distav e Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
In caso di avvistamenti di esemplari in deposizione sulla battigia o di tracce sulla sabbia, è necessario segnalare immediatamente l’evento alla Guardia Costiera al 1530 o 112 che, in caso di necessità, attiva la corretta procedura di intervento segnalando l’avvistamento all’Acquario di Genova, coordinatore del GLIT.
Il GLIT coordina le attività tecnico-scientifiche da svolgere sul territorio coinvolgendo il Comune interessato, associazioni locali, dove possibile e, dove presenti, gestori degli stabilimenti balneari interessati dall’evento.
Si ricorda che in casi di eventi di nidificazione, la gestione del nido e gli eventuali interventi sugli animali e le uova sono consentiti esclusivamente agli enti autorizzati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in questo caso Arpal e Acquario di Genova.
IL PRIMO NIDO DELL’ESTATE 2025 A CELLE LIGURE

Il 19 giugno 2025 a Celle Ligure è stato trovato il primo nido di tartaruga marina Caretta caretta della stagione 2025 in Liguria: nel primo pomeriggio presso una spiaggia a uso privato, i bagnini dello stabilimento hanno riconosciuto sulla sabbia le tipiche impronte lasciate dalle femmine di tartaruga marina che fuoriescono dall’acqua per deporre. I bagnini hanno subito avvisato la Guardia Costiera che a sua volta ha attivato l’associazione Menkab e il Gruppo Ligure Tartarughe, costituito nel 2021 da Acquario di Genova, Arpal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure), Università di Genova - Distav e Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta per gestire e studiare le nidificazioni di tartaruga marina.
Sul luogo si è recato un naturalista dell’Arpal in rappresentanza del GLIT riscontrando l’effettiva presenza del nido, posto a circa 11 metri dalla riva, a ridosso della falesia e ad almeno 37 centimetri di profondità.
È stato collocato un data logger per la registrazione della temperatura, sono state posizionate le prime limitazioni per evitare disturbo al nido, è stato prelevato un campione di sedimento e sono state posizionate le barriere di protezione.
UN NUOVO NIDO A SESTRI LEVANTE

Nella serata del 27 giugno 2025 una tartaruga marina Caretta caretta è stata avvistata mentre risaliva la spiaggia nella baia delle Favole a Sestri Levante e deponeva le uova. L’evento è avvenuto tra le 21 e le 23, presso la spiaggia libera nei pressi della Galleria Sant’Anna.
Gli esperti e le esperte del GLIT (Gruppo Ligure Tartarughe) si sono recati la mattina successiva sulla spiaggia per verificare la presenza del nido e avviare la procedura per la sua gestione. Il nido si trova a circa 28 metri dalla riva e a circa 35 centimetri di profondità.
È stato collocato un data logger per la registrazione della temperatura, sono state posizionate le prime limitazioni per evitare disturbo al nido ed è stato prelevato un campione di sedimento. Durante il sopralluogo erano presenti la Guardia Costiera e il Sindaco di Sestri Levante, Francesco Solinas.
Il GLIT coordina le attività tecnico-scientifiche da svolgere sul territorio coinvolgendo il Comune e le Associazioni locali che aiuteranno il GLIT nel presidio del nido e nelle future attività di divulgazione e sensibilizzazione.
Questa nidificazione segue di appena una settimana quella di Celle Ligure del 20 giugno. È il nono nido registrato in Liguria dal 2021, anno del primo evento registrato a Finale Ligure.
UN NUOVO NIDO AD ARMA DI TAGGIA

La mattina del 2 luglio 2025 una volontaria dell’Associazione Delfini del Ponente ha individuato sulla spiaggia di Arma di Taggia le tracce di una tartaruga Caretta caretta che dal mare proseguivano sotto i lettini dello stabilimento balneare La Fortezza.
Una biologa dell’ARPAL, per conto del GLIT (Gruppo Ligure Tartarughe), insieme ai biologi di Delfini del Ponente, si è recata sulla spiaggia per verificare la presenza del nido e avviare la procedura per la sua gestione. Il nido si trova a circa 11 metri dalla riva e a circa 15 centimetri di profondità.
È stato collocato un data logger per la registrazione della temperatura ed è stato prelevato un campione di sedimento. La Guardia Costiera ha delimitato subito l’area per evitare disturbo al nido. Durante il sopralluogo era presente anche l’Amministrazione comunale.
Il GLIT coordina le attività tecnico-scientifiche da svolgere sul territorio coinvolgendo il Comune, i gestori dello stabilimento balneare e l’Associazione Delfini del Ponente che aiuterà il GLIT nel presidio del nido e nelle attività di divulgazione e sensibilizzazione.
Questa nidificazione è la seconda per Arma di Taggia: lo scorso anno ara avvenuta una deposizione la sera del 27 giugno presso lo stabilimento balneare Piccolo Lido, poco distante dall’attuale nido. La schiusa delle uova era avvenuta ai primi di settembre con una percentuale di successo di oltre l’89%: 93 uova schiuse e 11 non sviluppate.
Il nido di Arma di Taggia è il terzo nido di questa stagione 2025 dopo quello di Celle Ligure e Sestri Levante.
IL NIDO A ZINOLA (SV)
Il 3 luglio è avvenuta una nuova nidificazione in Liguria di tartaruga Caretta caretta sulla spiaggia libera di Zinola (Savona) dove all’alba un esemplare è stato visto durante la fase di deposizione nei pressi del Chiosco 11 e quindi nel suo ritorno al mare.
È stata allertata la Guardia Costiera che si è recata sul posto delimitando l’area anche grazie al supporto di Autorità Portuale e gestori del chiosco che hanno fornito alcune sdraio nell’attesa delle transenne. Nel pomeriggio è arrivata la conferma della presenza delle uova dopo il sopralluogo degli esperti di Arpal a nome del Gruppo Ligure Tartarughe (GLIT), aiutati per la parte logistica anche dallo staff della Fondazione CIMA.
Il nido si trova a circa 10,5 metri dalla riva e a circa 35 centimetri di profondità.
Quello di Zinola è il quarto nido in Liguria nel 2025, di cui due in provincia di Savona, e l’undicesimo dal 2021 a oggi.
È stato collocato un data logger per la registrazione della temperatura ed è stato prelevato un campione di sedimento.
Il GLIT – Acquario di Genova, coordinatore, Arpal, Università di Genova e Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta - coordinerà le attività tecnico-scientifiche da svolgere sul territorio coinvolgendo il Comune, che si è subito attivato per la regolamentazione dell’area del nido, e l’associazione Menkab che aiuterà il GLIT nel presidio del nido e nelle attività di divulgazione e sensibilizzazione.
Il Vademecum del GLIT in caso di ritrovamento di un nido di tartaruga
Come comportarsi in caso di avvistamento delle tracce di tartaruga sulla spiaggia, di ritrovamento di un esemplare di tartaruga appena nato o di un nido?
In caso di avvistamento delle tracce di tartaruga sulla spiaggia, di ritrovamento di un esemplare di tartaruga appena nato o di un nido, ecco la procedura individuata dagli esperti per un’ottimale gestione dell’evento.
- Chiamare il “Numero Blu” 1530 o 112 della Guardia Costiera (chiamata gratuita disponibile h24) per segnalare la scoperta di un nido o il ritrovamento degli esemplari.
- Fotografare o riprendere il sito, le tracce e, se c’è, la tartaruga, senza flash e mai frontalmente, in silenzio per non spaventarla ed interrompere la nidificazione. Non toccare per alcun motivo, né la tartaruga adulta, né i piccoli.
- Avvisare il proprietario o concessionario dell’area.
- Individuare il perimetro dello scavo, delimitare provvisoriamente un'area di sicurezza idonea di almeno 3 mt (senza infilare bastoni o altro nella sabbia per non danneggiare le uova) ed aspettare le indicazioni date da personale qualificato per ulteriori azioni.
- Non pulire la zona con alcun mezzo, per non cancellare le tracce.
Si ricorda che in casi di eventi di nidificazione, la gestione del nido e gli eventuali interventi sugli animali e le uova sono consentiti esclusivamente agli enti autorizzati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in questo caso Arpal e Acquario di Genova.
La specie Caretta caretta
È la specie di tartaruga più diffusa nel Mar Mediterraneo e l’unica nidificante in Italia.
Dimensioni: può raggiungere 110 centimetri di lunghezza di carapace e un peso di 180 chilogrammi.
Dieta: crostacei, molluschi, piccoli pesci, alghe, spugne, meduse.A causa della sua dieta opportunistica, ingerisce di frequente rifiuti. Per questo, a livello europeo è considerata un animale sentinella del marine litter (MSFD 2008/56/EC).
Nidificazione: le aree di nidificazione sono concentrate nella metà orientale del Bacino Mediterraneo. Il periodo di deposizione si colloca tra fine maggio e agosto e ogni femmina depone, ogni 2-3 anni, da 3 a 4 nidi a stagione.La deposizione avviene di norma nelle ore notturne. Ogni nido contiene in media un centinaio di uova, deposte in una buca scavata nella sabbia e lì lasciate dalla femmina, dopo essere state accuratamente ricoperte.
Negli anni la nidificazione ha iniziato a verificarsi anche lungo le coste più settentrionali, dal 2013 in Toscana, nel 2016 in Francia (St. Aigulf) fino alla prima nidificazione in Liguria del 2021 a Finale Ligure (SV) e in Veneto a Jesolo, rispettivamente i nidi più a nord del Tirreno e dell’Adriatico, seguite dalla nidificazione sempre in Liguria a Levanto nel 2022 e a Laigueglia, Arma di Taggia e Alassio nel 2024.
Il calore della sabbia consente l’incubazione delle uova. La durata del periodo di incubazione varia in relazione all’andamento termico stagionale e alle caratteristiche della sabbia (colore, granulometria, umidità), oscillando tra i 45 e i 70 giorni.
La temperatura della sabbia determina il sesso delle piccole tartarughe, nel corso del loro sviluppo embrionale: al di sopra di un valore soglia di circa 29° C (a metà della camera delle uova, in condizioni ottimali) nasceranno femmine, al di sotto maschi.
I piccoli, rotto il guscio grazie ad una struttura particolare, il dente da uovo (perso nel giro di due settimane) non emergono subito dal nido, ma alcuni giorni dopo (in genere 3-4), periodo necessario al riassorbimento del sacco vitellino e al “raddrizzamento” del carapace. L’emersione può essere sincrona o protrarsi per alcune notti, in relazione alla maggiore o minore sincronia nei tassi di sviluppo embrionali.
Ad emersione avvenuta (in genere nelle ore notturne per evitare i predatori e la disidratazione delle alte temperature diurne), i piccoli si dirigono verso il mare, che corrisponde in natura all’orizzonte più luminoso. Questo comportamento spiega gli effetti di disorientamento che l’illuminazione artificiale determina sui piccoli, portandoli a dirigersi verso terra causandone la morte. Una volta giunti in mare, i piccoli nuotano ininterrottamente per oltre 24 ore, grazie alle riserve immagazzinate, allontanandosi dalla costa per raggiungere zone ricche di nutrienti in alto mare.